"Orizzonti lontani e nello stesso tempo vicinissimi, mete da toccare, conquistare o forse lasciar andare. Le opere di Ruocco sono dolcemente evocative, racchiudono in sé la tristezza del non più e la grazia del possibile. Paesaggi raccontati come ninnananne mai dimenticate, il suo mare è il mare della costiera Amalfitana ma anche quello della costa Adriatica, del mar Mediterraneo, della Sicilia ed ell’Africa. È un mare struggente che vive in ogni onda, come un respiro, come un sospiro”.
Leggi l'articolo su Experiences →Leggi l'articolo su Cizerouno →"La pittura è poesia che viene recitata nel momento in cui le opere trovano una collocazione nello spazio. I dipinti di Vincenzo hanno una propria dissacrante forza che riluce ancor di più in contesti quali la "Sala di Pietra" dell'Hangar Teatri di Trieste. Il dialogo che avviene tra le pareti crude e i quadri dà vita ad una installazione emotiva che narra di liberazione, di accoglienza, di rifugio."
Leggi l'articolo su Hangar Teatri →Leggi l'articolo su Pickline →"Nelle opere di Vincenzo Ruocco i volti si confondono, divengono quasi eterei, impalpabili, ed il contrasto con il freddo, duro ferro acuminato fa da violento spartiacque tra il desiderio e la possibilità. Lasciando fluire lo sguardo tra le figure, in un crescendo di ricerca di generalità, si avverte quasi il pulsare del cuore di tutti quegli individui sconosciuti: il ritmo batte all'unisono come in un singolare doloroso canto."
Leggi l'articolo sul Piccolo di Trieste →Leggi l'articolo su Arte.it →Leggi l'articolo su Exibart →"Così, chi osserva, anche attraverso lo sguardo, mettendosi in ascolto, si chiede: cos'è che manca, cos'è che ci manca?". Forse la capacità di essere qui e altrove. Ci mancano i luoghi, intesi come spazi dove riconoscersi, ci manca il tempo, la sua fluida continuità."
"Ecco. Se la pittura, può ritrovare una sua utilità, è quella di regalarci atmosfera, ossigeno antico e futuro, luoghi ariosi come i pergolati dipinti da Matisse, nei quali muoversi e parlare."
"Anche nell'elaborazione immaginativa del modello, la mano è lasciata libera di delineare sul foglio un vasto repertorio di espressioni, di caratteri anche opposti fra loro; un'umanità incerta, vagamente sospirante quei desideri ad essa stessa ignoti.” M.A.
"Il paesaggio adesso è il corpo. Ruocco approda nei suoi disegni recenti alla mappa dei corpi, alle strade tracciate da occhi e mani, alla struggente poesia di forme vive, presenza improvvise che sembrano passare sulla carta e che egli ferma con un gesto veloce, avido, perchè poi andranno." B.S.
Leggi l'articolo su Exibart →"I profili minacciosi di quei pesci serra, che sino a qualche anno fa sostavano sulla retina della pittura, sonoo diventati immagini, impronte o, meglio ancora, sindone lasciata sulla superficie dell'argilla. Nel repertorio di zoologia fantastica della ceramica vietrese, che estende il suo dominio culturale su tutta l'area salernitana, trova posto, oggi, una nuova creatura.”
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